L'esercito del tardo Impero - Ep. 15, speciale (2)
I limitanei
Ovviamente il Comitatus era solo una parte dell'esercito del tardo impero. La parte principale dell'armata del tardo impero era composta dai Limitanei, quindi circa 300 mila effettivi. A lungo gli storici hanno inventato la figura del contadino-guerriero per descrivere i limitanei, sostenendo che quindi queste truppe fossero di bassa qualità, immobili guardie di castelli, male armate e semi-professionali. Peccato che questa immagine non abbia alcuna base storica. I limitanei innanzitutto erano soldati professionisti e capaci benissimo di andare in campagna con i colleghi comitatensi: Ammiano Marcellino – che di queste cose capiva un po' – descrive per esempio la difesa di Amida e loda la capacità e la professionalità delle legioni limitanee. Inoltre non erano una massa di fanteria informe, ma c'erano al loro interno unità armate in modo pesante e leggero e anche unità di cavalleria. Spesso alcune unità venivano promosse e attaccate al comitatus, prendendo il nome di pseudo-comitatensis. Quello che è vero è che si trattava di unità di dimensione molto variabile, acquartierate in accampamenti-castelli di dimensione assai più piccola dei grandi accampamenti legionari del II secolo. E qui dobbiamo aprire il discorso sulla dimensione delle legioni tardoimperiali.
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Una fortezza di Limitanei, nel deserto siriano
La riorganizzazione dell'impero: province, diocesi e prefetture
Per capire l'evoluzione delle legioni nel tardo impero dobbiamo partire dalla riforma amministrativa di Diocleziano, che avrà effetti anche sulla sfera militare, a partire dalla divisione delle cariche civili e militari.
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Sotto il principato, nel primo e secondo secolo, non c'era divisione tra le due carriere, il ruolo del governatore provinciale era di essere allo stesso tempo amministratore, giudice e generale nella sua provincia, come era stato d'altronde anche nella Repubblica. le province erano inoltre molto vaste: ad esempio la Britannia era una provincia, la Spagna era divisa in tre e la Gallia in sei province. Diocleziano, nella sua instancabile carriera di riformatore, ovviamente toccò anche questo aspetto. Diocleziano era un illirico, erede del gruppo di ufficiali di carriera che avevano preso il potere ai tempi della crisi del terzo secolo, con Claudio il Gotico e poi Aureliano: gli illirici avevano esautorato la vecchia aristocrazia italica che aveva monopolizzate le alte cariche imperiali fino al disastro della crisi del terzo secolo. Diocleziano, per fornire in pianta stabile una leadership militare più professionale, iniziò a separare le due carriere, in modo da specializzare i civili sulla burocrazia e i militari sulle faccende di guerra.
Quello su cui Diocleziano fu inflessibile fu di escludere la militarmente incompetente classe senatoria, ancora dominata dall'aristocrazia italiana, da tutti i comandi militari di alto livello e da tutti i principali posti amministrativi, tranne che in Italia. Sarà Costantino, come sempre, a completare le riforme di Diocleziano rendendo la separazione della carriere permanente e rigida: questo creò certamente un corpo di ufficiali molto competente ma ebbe anche l'effetto di scavare un fossato tra i civili e i burocrati – sempre romani – e gli ufficiali militari, spesso reclutati o tra le popolazioni di frontiera semibarbare o sempre più spesso tra i vicini Germani dell'impero. Gli ufficiali germani serviranno sempre con fedeltà e dedizione assoluta l'impero ma a lungo andare questa divisione creerà problemi importanti, come spero vedremo nella narrazione degli eventi del quinto secolo.
Oltre alla separazione delle carriere Diocleziano riformò completamente la mappa delle province: suddivise tutte le province in unità più piccole: la Britannia fu divisa in cinque province, la spagna in sei, la Gallia addirittura in diciassette. Queste piccole province furono raggruppate in gruppi di province chiamate Diocesi: ad esempio la parte occidentale dell'impero era divisa nelle diocesi della Britannia, della Spagna, della Gallia settentrionale e mediterranea oltre che Italia, Africa e Illirico.
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Le province (in piccolo) e le diocesi (in diversi colori) di Diocleziano. Gruppi di 2-4 diocesi formavano le 4 prefetture dell'impero, corrispondenti ai domini dei Tetrarchi
Infine le Diocesi stesse erano raggruppate in prefetture, originariamente della stessa dimensione dei territori dei quattro tetrarchi: c'erano quindi quattro prefetture: Gallia, Spagna e Britannia erano una prefettura, Italia, illirico e Africa un'altra e via dicendo. A queste si univano due prefetture speciali per le due capitali, Roma e Costantinopoli. Ho delle mappe postate sul mio sito www.italiastoria.com se volete vedere come era diviso l'impero nel quarto secolo, premesso che ovviamente i confini continuarono a cambiare e modificarsi ma la struttura di base restò quella che ho descritto.
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Sicuramente ai tempi di Costantino, ma probabilmente già da Diocleziano, a questa struttura corrispondevano i gradi dell'impero: come detto abbiamo Prefetture, Diocesi e Province in via discendente. I più alti gradi civili seguiranno questa divisione: il Prefetto del Pretorio – un titolo che un tempo era militare ma che ora era diventato della burocrazia civile – era il magistrato che gestiva l'amministrazione di tutta una Prefettura, in occidente erano ad esempio tre: uno per la prefettura Gallica, una per quella italiana e un prefetto urbis per Roma. Il Vicario era l'alto funzionario preposto alla gestione di una Diocesi. A capo dell'amministrazione delle nuove, piccole province furono messi i proconsoli o consulares.
L'organizzazione militare: Magister Militum, Comes, Dux
A questa struttura gerarchica civile corrispondeva quella militare: a gestire militarmente le province di frontiera c'erano di solito i Dux, a capo tipicamente solo di truppe di limitanei, il livello più basso dell'esercito tardoimperiale: Teodosio il giovane (poi il grande) era per esempio il duce della Moesia quando dovette far fronte all'invasione di Sarmati e Quadi che abbiamo narrato nell'episodio tredici. Un gruppo di province – ad esempio l'Africa o la Britannia – erano gestite militarmente da un Comes, come il nostro Conte Teodosio, il padre di Teodosio il grande. Nella Notitia Dignitatum abbiamo ad esempio in occidente cinque Comes e undici Dux.
I superiori dei Conti erano i Magister Militum: il loro numero variava con gli imperatori ma secondo la Notitia Dignitatum c'erano nel 390 dopo cristo tre Magister Militum in occidente e cinque in Oriente. In generale i Magister Militum non erano dislocati nelle provincie ma alla presenza dell'Imperatore, quindi sul finire del tardo secolo erano a Milano o Costantinopoli. In occidente l'eccezione era la Gallia, che aveva spesso sulla frontiera Renana un Magister Militum per Gallias, soprattutto se l'imperatore era a Milano. Questo Magister Militum aveva funzioni simili ad un Comes ma un grado più alto dovuto all'importanza della sua posizione. In Oriente c'erano tre Magister Militum di questo tipo, ovvero con ruoli regionali, uno a comando del fronte orientale, uno della Tracia e la frontiera del basso Danubio e uno al comando dell'Illiria.
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Nel quartier generale dell'imperatore c'erano invece i Magister Militum Praesentalis, I Magister alla presenza dell'imperatore, sostanzialmente lo stato maggiore dell'esercito. Gli imperatori inizialmente avevano creato la carica di Magister Equitum, il capo della cavalleria imperiale, e il Magister Peditum, a comando della fanteria, con il primo con un grado superiore al secondo. Questa divisione netta andò complicandosi con il tempo, visto che entrambi finirono per avere ai loro ordini truppe sia di fanteria che di cavalleria. Sembra che il Magister Equitum mantenne sempre una certa prominenza, avendo ai suoi ordini le migliori truppe palatine.
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La struttura di comando dell'esercito occidentale: Un Magister Militum Utriusque Militiae è il comandante supremo (Stilicone, Ezio, Flavio Costanzo..) a capo dell'esercito “praesentalis” o alla presenza dell'imperatore, sotto ci sono i Comes dei principali distretti militari a capo di varie truppe comitatensi. Ad ogni Comes rispondono diversi Dux, a capo dei limitanei. Notare il numero basso dei limitanei: questa struttura è seguente al caos del 406-418 e quindi molte truppe limitanee erano state sciolte o promosse a comitatensi.
Nel quinto secolo, soprattutto in occidente, farà la comparsa il Magister Utriusque Militiae, sostanzialmente un plenipotenziario dell'esercito a capo di cavalleria e fanteria: questo grado sarà creato in sostituzione dell'autorità dell'imperatore che diverrà, per la quasi totalità del quinto secolo, una figura di facciata e da cerimonia mentre il vero potere sarà gestito dal Magister Utriusque Militum: è facile paragonare questa dinamica a quella presente in Giappone prima della restaurazione Meji, con l'imperatore come volto della nazione ma tutto il potere concentrato nello Shoghun.
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Ora che abbiamo più chiari i ruoli degli alti gradi dell'esercito passiamo a parlare delle truppe al loro comando.
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Struttura di comando orientale: 2 Magistri alla presenza dell'imperatore (con due eserciti praesentalis), diversi altri Magister Militum per le 3 aree militari principali dell'impero: la Tracia, l'oriente, l'illirico.
I soldati: dalle legioni ai reggimenti
Le legioni dell'alto impero – composte da circa seimila effettivi divisi in 10 coorti a loro volta divise in 10 centurie – non esistevano più. La loro scomposizione era stato un processo lento: durante la crisi del terzo secolo era diventato necessario assegnare parte delle legioni a guardia di posizioni strategiche, suddividendone gli accampamenti pur mantenendone l'unità ideale. Diocleziano sembra essere stato anche qui il maggiore innovatore: quando suddivise l'impero in province più piccole fece in modo di avere almeno una legione a guardia di ogni provincia di confine. Ovviamente non era possibile moltiplicare le legioni quindi queste furono suddivise in unità più piccole, varianti tra i mille e i tremila uomini. Sappiamo che durante l'alto impero c'erano circa 33 legioni di fanteria pesante, mentre nel basso impero nella sola Notitia Dignitatum, che non ha elencati i limitanei, contiamo più di 300 unità militari, tra legioni, ausiliari e reparti di cavalleria. Evidentemente le dimensioni di queste unità erano molto diverse.
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Da quello che abbiamo compreso ogni legione in questo periodo aveva circa 1000 uomini: per non confonderle con le legioni classiche ho deciso spesso di chiamare queste unità con un termine anacronistico moderno: ovvero reggimenti. Le unità di cavalleria avevano invece circa 500 uomini, paragonabili ad un battaglione moderno. Ma le differenze non sono solo nella dimensione: le unità militari erano più specializzate, con reggimenti ad esempio dedicati all'artiglieria e battaglioni specifici di arcieri a cavallo o cavalieri corazzati. Esistevano anche unità di controspionaggio militare, gli Agentes in Rebus.
Una nota sull'artiglieria, che ha un ruolo maggiore rispetto al passato: questa è composta principalmente da baliste – che lanciano dardi – e onagri – che lanciano palle di pietra. Esistono anche le balestre e il testo anonimo “de rebus bellicis” aveva perfino suggerito la creazione di carri da combattimento equipaggiati con armi d'assedio: se fosse stato ascoltato i Romani avrebbero inventato una sorta di carri armati, ma non sembra che questo fu il caso. Quanto invece alla cavalleria, questa è molto più specializzata e più importante del principato: i Romani hanno appreso dai Persiani l'utilità dei Catafratti, unità di cavalieri e cavalli completamente ricoperti di una pesante armatura: svolgono il ruolo dei carri armati, dovendo caricare una sezione della fanteria nemica e disperderla. Gli arcieri a cavallo sono anch'essi stati potenziati, avendo appreso diverse tecniche dai popoli nomadi.
Quante sono queste unità militari? La Notitia Dignitatum ci dà dati abbastanza precisi. Per esempio, il comitatus dell'impero d'occidente ha a disposizione circa 147 reggimenti di fanteria e 49 battaglioni di cavalleria. Questi sono gli effetti del solo Comitatus – l'esercito mobile – a cui vanno aggiunti almeno altrettante unità di limitanei, il grado più basso di soldati tardoimperiali schierati in castelli e piccoli accampamenti di guardia alle frontiere. Molti storici hanno visto in queste truppe di grado inferiore una evoluzione negativa dell'esercito tardoimperiale, ma questa evoluzione aveva a che fare meno con un supposto declino della professionalità e del training delle reclute e molto di più con l'evoluzione delle tecnologie difensive.
Nuove tecnologie di difesa
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Le imponenti mura teodosiane, a Costantinopoli: la massima espressione della tecnologia difensiva antica.
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L'impero era sempre stato in grado di costruire mura efficienti ma nel terzo e soprattutto quarto secolo le tecnologie di difesa migliorano enormemente: i fossati diventano più ampi e profondi, le mura più altre e spesse, fanno la comparsa torri sporgenti distanziate di circa 30 metri per permettere il fuoco incrociato, fortificazioni imponenti alle porte del fortino o della città, a volte dotate anche di ponte levatoio e grate di metallo. Se si vuole avere un'idea dell'imponenza di queste costruzioni basta andare a Trier e vedere la Porta Nigra che ancora non sfigura in imponenza tra gli edifici contemporanei. O ancor meglio fare un giro a Costantinopoli, dove le mura del quinto secolo sono forse il coronamento di questo processo di miglioramento delle tecnologie di difesa. Le mura di Costantinopoli furono inattaccabili, da chiunque, per 1000 anni. Ho pietà dei poveracci che ogni tanto furono inviati ad assalirle, pace alle loro anime sfortunate.